Da Il Resto del Carlino del 23 aprile 2018
Il bolognese StudioBoost, esperto in software gestionali, ha lanciato tra i vari servizi una web app gratuita per la contabilità di professionisti e pmi
«DIMENTICATEVI dell’obbligatorietà della fattura elettronica. Coglietela come un’opportunità, visto che su 59 milioni di abitanti in Italia, 49 hanno un dispositivo mobile, 43 usano internet e 34 hanno un profilo su un social. Fatturare in modo digitale non è più difficile di fare un post su Facebook». A parlare è Domenico Navarra, ceo della startup bolognese StudioBoost, che ha come mission quella di digitalizzare in maniera semplice, rivolgendosi a quella fitta rete di professionisti e micro imprese che hanno a che fare con la contabilità e le scadenze burocratiche.
Navarra, come nasce StudioBoost?
«L’azienda è nata nel 2014, siamo partiti in due, adesso siamo 14, facciamo software gestionali e, per imparare a farli bene, ci siamo portati in casa i problemi dei nostri clienti. Abbiamo aperto un service contabile per capirli e risolverli nel modo migliore grazie a software intelligenti. Inoltre, abbiamo una caratteristica precisa: le nostre soluzioni software sono esclusivamente a consumo, si pagano solo quando si usano. Sono pensati per persone che la contabilità la subiscono, ma hanno bisogno di numeri per controllare la propria attività».
Chi sono i vostri clienti?
«Per tre anni abbiamo puntato sugli studi professionali, diciamo un 80% di commercialisti e un 20% tra avvocati e consulenti del lavoro, salvo poi incrociare punti di non ritorno tecnologici come l’obbligo della fattura elettronica. Abbiamo notato una certa impermeabilità al tema da parte degli stessi commercialisti: spesso artigiani e piccolissime imprese erano più sensibili, ma avevano bisogno di una guida. E dunque abbiamo lanciato B2BEasy».
Di che si tratta?
«B2BEasy è una web app gratuita rivolta a professionisti, rappresentanti, autonomi, piccole e piccolissime imprese, per gestire in totale autonomia la fattura elettronica. Non solo, permette di controllare in tempo reale la situazione globale dell’attività, ma, tra l’altro, gestisce lo scadenzario clienti e fornitori e consente di archiviare e taggare le fatture passive per una gestione più analitica dei costi».
Perché un software gratuito?
«Crediamo sia un tipo di offerta che non si possa fare se non gratis; non vogliamo che la fattura elettronica diventi una nuova tassa occulta perle imprese, come la definiscono i suoi detrattori. Ovviamente il software ha dei servizi premium, che speriamo che i clienti decidano di acquistare, ma tutta la parte gestionale, l’archiviazione dei documenti e molte altre funzionalità interessanti, insomma tutto quanto serve davvero, è gratuito».
Quali opportunità può dare a un’azienda la fattura elettronica?
«Il punto è uno ed è fondamentale. Sono gli studi dell’Ocse che dicono che le imprese europee soffrono di cosiddetto finance gap, cioè sono sottocapitalizzate, mancano di fondi per la crescita. Le due cause individuate sono il tipo di impresa, incentrata su un padre/padrone e dunque piuttosto impermeabile all’ingresso di capitali esterni, e l’incapacità persino di abbozzare un piano industriale. La fattura elettronica rappresenta una possibilità interessante, perché sia tu un esercente, un autonomo o un’impresa che fattura un milione di euro, devi utilizzare un software gestionale, immettere i numeri all’interno del sistema, controllare la tua cassa, verificare i tuoi costi e ricavi. Tutti dati che permettono di avere in tempo reale un previsionale dell’andamento dell’attività. Una necessità sempre più legata, tra l’altro, all’aspetto del credito: ogni volta che un imprenditore va a chiedere un finanziamento – e ancora di più con il nuovo Mifid2 – le banche esigono numeri proiettati nel futuro, che mostrino la solidità del business».
La burocrazia è ancora una zavorra per le imprese?
«Guardi, non sempre siamo di fronte a un disastro burocratico, non è più così. La verità è che i commercialisti si occupano di adempimenti, ne sono schiacciati e non riescono a fare consulenza: insomma, io, piccolo imprenditore, non ho più nessuno che mi accompagni nelle mie scelte e che mi spieghi i cambiamenti. Forse il benzinaio è più informato del commercialista sull’obbligo di fattura elettronica».
Cosa direbbe a un professionista che teme l’obbligo di fattura elettronica?
«Che non è più difficile che fare una fattura normale, anzi la digitalizzazione mi tutela da errori di calcolo dell’Iva e simili. Il mondo è cambiato e noi vogliamo aiutare le imprese a seguire il cambiamento»
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