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Professionisti: quando mancano persino le idee…

Riunione di marketing, dobbiamo decidere le prossime campagne promozionali e pubblicitarie. Tra le centomila cose che si analizzano ci sono le mosse di quelli che chiamiamo competitor eventuali (in effetti StudioBoost non ha competitor diretti).

Mentre scorro i claim, i payoff ed i testi delle uscite pubblicitarie dei vendors del mercato dei professionisti, io, che sono fissato con gli spot sulla radio di Confindustria, proprio io, pian piano mi convinco che i nostri messaggi non avrebbero l’appeal che consentirebbe poi quel recupero di investimento che una campagna pubblicitaria impone. Blocco il budget per gli spot radio.

Perché?

Beh, quando il messaggio assolutamente dominante, che arriva da tutti i vendors dice quanto sarà bello il mondo dopo la fattura elettronica obbligatoria e grazie all’estensione del PCT (Processo Civile Telematico) e se questo viene ripetuto a pappagallo nell’95% dei convegni o delle occasioni aggregative dei professionisti, se i professionisti lo apprezzano, se ci si mette persino il Decreto Fiscale a “mettere temporaneamente da parte” la specializzazione dei professionisti, come possiamo parlare di cliente, di differenziazione del servizio, di significati intrinsechi al servizio, di nuove forme di consulenza alle imprese e di innovazione?

Se mancano persino le idee, che senso ha parlare degli strumenti per realizzarle?

Quando mancano le idee, quando non si sa e non ci si chiede nemmeno dove indirizzare la propria attività, quando tutti attorno a te continuano a schiacciarti in un ruolo che non è più il tuo perché presto non sarà più di nessuno, quando osservatori e studiosi vari continuano “fotografare la situazione” senza mai indicare o (perlomeno!) delineare una soluzione, allora i problemi si fanno seri.

Se deve essere StudioBoost a dire al mercato che si può ri-organizzare lo studio, applicare metodi innovativi (o supposti tali), ma che, se dentro questo processo di rinnovamento o ri-organizzazione, non si inserisce la variabile cliente non si va da nessuna parte, allora la situazione è davvero critica.

Oppure no.

Oppure, potrebbe essere la situazione ideale, nella quale i professionisti più attenti potrebbero incrementare drasticamente il proprio benessere (e quello dei propri clienti!).

Come?

Specializzandosi, adottando le opportune politiche di marketing, utilizzando l’innovazione tecnologica (magari quella fornita da StudioBoost ndr) per dare nuovi e più profondi significati ai propri servizi, col fine preciso di differenziarsi dalla massa, prendendo l’innovazione per legge (quella della FEB2B) per quel che è: una imposizione normativa.

Lasciatevi servire una piccola perla consulenziale gratuita: la vera rivoluzione non sta nel fatto che (forse) vi troverete i dati delle fatture emesse e ricevute dai vostri clienti sul gestionale, non sta nel fatto che il deposito dell’atto lo farete con un PDF.

Non è questo il punto!

La vera rivoluzione sarà nella capacità di maneggiare e beneficiare di dati, tantissimi dati strutturati, pronti per consentirvi di erogare servizi nuovi in maniera nativamente digitale.

Peccato che molti dei miei lettori questa cosa non saranno in grado di farla, presi e schiacciati da una autoreferenzialità che mai gli consentirà di affidarsi ad altri (verosimilmente più specializzati di loro) per beneficiare di questa opportunità. In fondo l’innovazione bisogna saperla riconoscere ed è complicato se si guarda e si valuta la nuova era della conoscenza con gli occhi e con il metro che si utilizzavano 20 anni fa.

In un modo o nell’altro mi costringo a scrivere questa cosa su ogni post: non stiamo attraversando una crisi, né ne stiamo uscendo, siamo nella fase terminale della transizione di due opposte ere: industria vs conoscenza.

Siamo nella fase in cui i player più importanti hanno già capito da tempo come beneficiare economicamente di questa “conoscenza”, siamo nella fase in cui quelli che seguono si stanno adeguando, siamo nel momento in cui si deve decidere se restare ancorati a logiche (tra-)passate o se adottarne di nuove. Siamo in un momento storico in cui anche l’impatto socio-economico del micro, diventa macro. Siamo nel momento in cui le imprese hanno bisogno di professionisti pronti, rapidi, preparati.

Abbiamo bisogno di professionisti smart, gente che aiuti le imprese a crescere, gente che abbia come mantra la generazione del benessere comune. Da una piccola e graziosa frazione collinare di Bologna, noi di StudioBoost, una mano possiamo darvela.

 

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