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Ma quale digitalizzazione?

Usciamo subito dall’equivoco. L’immagine delle capre qui sopra è un esplicito riferimento alle italiche competenze digitali.

Spiace toccare qualche sensibilità, ma sono certo che chi capra digitale non è non avrà problemi a cogliere il riferimento al DESI (Digital Economy and Society Index). Indice che vi riporto qui sotto con link alla relativa pagina della Commissione Europea.

L’indice misura 5 aree: la connettività, il capitale umano (le competenze), l’utilizzo di internet, l’integrazione del digitale nel business e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Di questi cinque, l’indice che picchia duro sulle mie tempie da decenni è quello che misura il capitale umano, le competenze digitali di noi italiani. Nazione di adorabili caprette digitali, costantemente all’ultimo posto, da sempre. Vedasi, nel grafico qui sotto, la posizione più a destra.

Andiamo con ordine.

Ieri sul Sole 24 Ore leggo un accorato appello della Commissaria Europea alla Concorrenza, Margarethe Vestager, per la creazione di una coalizione globale che si faccia portatrice delle idee di un digital new deal (un altro? ndr) che metta al centro un digitale più inclusivo e sicuro, che dia la possibilità a ogni impresa di avere pari opportunità di innovare e offrire i propri servizi ai cittadini. Il tutto avendo cura di non mettere ulteriormente a rischio i dati delle imprese e dei cittadini; peraltro, riconoscendo in maniera implicita che questi dati sono già a rischio. Per raggiungere questi obiettivi impegna anche la Commissione Europea: verranno messe disposizione assistenza tecnica e risorse finanziarie per aiutare i players a costruire le proprie infrastrutture di governance informatica.

E poi buttano lì, nella stessa pagina, l’indice DESI e uno non può che chiedersi: noi cosa ci stiamo a fare in questa coalizione globale?

L’attitudine a sottovalutare, quando non ignorare, le tecnologie digitali e le competenze connesse come tassativamente strumentali alla conduzione di qualsiasi business è un male oscuro che ci attanaglia dagli anni 90 e che molti più illustri di me ritengono la causa unica della scarsa competitività delle nostre imprese. Le nostre imprese non sono competitive a causa della sotto-capitalizzazione, sono sotto-capitalizzate a causa della scarsa competitività. Le cause sono numerose, ma tutte le istituzioni che ci analizzano (OCSE, UNECE, UE, WTO, WEF, ecc.) convergono sulle scarse competenze in due aree specifiche: digitale e finanza. Lasciamo perdere, per il momento, le competenze finanziare che, per inciso, non sono solo quelle relative a investimenti o gestione di capitali e concentriamoci sul “digitale”.

Chiunque voglia condurre una attività economica non può prescindere dall’acquisire competenze digitali.

Facciamo un paragone semplice, semplice. Per percorrere in auto il tragitto casa-ufficio bastano competenze di base; basta aver superato l’esame per la patente di guida che misura, appunto, le competenze minime per non provocare danni a se e agli altri. Per percorrere il più velocemente possibile la seconda prova speciale del rally di Montecarlo occorrono competenze ben diverse e molto più specifiche. Competenze maggiori occorrono anche per condurre in sicurezza un bus da 80 posti da Reggio Calabria ad Aosta o un autoarticolato da Helsinki ad Atene.

In ogni caso in cui una qualsiasi competenza debba essere utilizzata in ambito professionale, bisogna tassativamente approfondirla, espanderla. Bisogna specializzarsi.

Per un pilota di rally conoscere la fisica e collegarla alle operazioni che si fanno alla guida del veicolo è importante quanto conoscere le modalità di regolazione delle sospensioni della propria auto, perché tutto è strettamente connesso (spostamento dei carichi, giri motore, accelerazione, pressione sul pedale del freno, ecc. ecc.) nonché indirizzato alla massima prestazione.

Perché nell’esperienza italiana questo non debba valere per l’informatica e, più in generale, per le tecnologie digitali è una cosa che mi fa uscire di senno. Pensate davvero di poter condurre una qualsiasi attività economica competitiva in questo mondo globalizzato e digitalizzato solo perché siete cintura nera di Google? Non mi pare esattamente il risultato che mostra il DESI nell’area del business.

Userò anche qui un esempio e mi basterebbe dire “GDPR” perché i pochi che ne hanno capito il senso colgano il cenno. Il GDPR è una norma a tutela dei dati personali e, di grazia, nel 2021 dove ritenete siano conservati la maggior parte dei dati personali se non nelle nostre applicazioni e nei nostri dispositivi? Vi pare che per ottemperare alle disposizioni del GDPR sia possibile ignorarne gli aspetti collegati al digitale? Ignorare e banalizzare questi aspetti vi porterà sicuramente in una situazione di rischio: che sia perché avete siglato un contratto con un partner poco affidabile o perché avete accettato acriticamente la proposta del vostro consulente informatico sul set-up del vostro server, correrete sicuramente un rischio che non siete nemmeno in grado di valutare.

Per uscire dal nostro ovile ed evolvere dallo stadio di capre digitali, l’unica soluzione plausibile è acquisire competenze.

Possiamo (dovremmo ndr) acquisire competenze studiando la tecnologia nella fase di formazione scolastica e accademica o, se da quella fase siamo ormai usciti, utilizzare altre modalità. Quelle che le istituzioni di cui sopra consigliano sono il coaching ed il mentoring. Insomma, ci consigliano di trovarci qualcuno che, affiancandoci, ci “alleni” alla gestione e alla comprensione delle tecnologie digitali.

Io mi permetto di andare un pochino oltre: troviamoci un partner che, mentre ci eroga i servizi, sia anche in grado di spiegarceli e di affiancarci dandoci le capacità e le competenze per valutare e, chissà, anche evolvere proprio quei servizi che ci eroga.

Non è banale. Bisogna essere davvero sicuri dei propri servizi per essere disposti a implementare presso propri clienti le competenze necessarie per valutare nel dettaglio i servizi che gli si rendono.

Noi in StudioBoost lo facciamo ogni giorno, per lo più incompresi o inascoltati, ma quando accade che il cliente addrizza le orecchie e comincia ad ascoltarci, il gregge perde un ovino.

Nessuna capra è stata maltrattata durante la redazione di questo articolo.