Il futuro del retail inizia dai corrispettivi telematici… a patto che i retailers, ovvero gli esercenti, colgano l’occasione per rinnovare i propri processi di gestione.
Anche se sarebbe meglio dire: “avviare processi di gestione della propria attività”.
Non fraintendete, non sto affermando che nessun esercente abbia implementato processi di controllo e gestione del proprio punto vendita. Certamente i retailers più strutturati hanno già in esercizio complessi sitemi di gestione dei vari punti vendita e dei relativi punti cassa, integrandoli con sistemi di magazzino e pianificazione delle risorse aziendali (ERP). Con altrettanta certezza è impossibile affermare che questa attitudine alla pianificazione e controllo risulti estesa a esercenti di medio-piccola dimensione.
Crudo, ma necessario.
Insomma, storie già sentite con l’introduzione della fattura elettronica: impossibile per i piccoli adempiere all’obbligo; troppo oneroso, insensato.
Eppure, dopo ormai 10 mesi, nessuno è morto di “fattura elettronica” e se qualcuno è stato seppellito per causa del nuovo obbligo, significa che era già morto.
Perdonate la crudezza, ma a volte è necessaria per chiarire in maniera incontestabile un concetto che nella sua banalità fa sempre fatica a passare: non si può fallire perché una norma ci costringe a cambiare il metodo di invio e ricezione di una fattura, si fallisce se di fatture non se ne fanno abbastanza per coprire i costi e rendere profittevole l’impresa.
Non vorrei però riaprire ferite in via di guarigione, anche perché in questi giorni sembra se ne stia aprendo una nuova proprio a causa dei corrispettivi telematici che, alla fine, non sono altro che la versione “al dettaglio” della fattura elettronica.
In cosa consista l’obbligo, ormai lo sappiamo tutti: i dati degli scontrini fiscali emessi ogni giorno, dovranno essere obbligatoriamente trasferiti alla Agenzia delle Entrate attraverso unici e formidabili strumenti chiamati registratori telematici. Della necessità del registratore telematico e della sua memoria fiscale, segnatevelo, parleremo tra 18-24 mesi.
Sulle possibilità che questo obbligo apre, invece, non si dice abbastanza.
Il retail del futuro
Un recente ricerca di Google Marketing Service raccoglie dati interessanti su una categoria di clienti molto specifica: quelli che usano lo smartphone.
Pare che il 79% dei possessori di smartphone rientri in questa rara ed originale categoria.
Sempre Google ci dice che, l’84% degli “smartphone shoppers” usa lo smartphone per aiutarsi nelle scelte di acquisto proprio mentre è nel negozio. Il dato più interessante è che questo tipo di clienti acquista mediamente il doppio (in valore) rispetto ai clienti “normali”.
Una seconda ricerca di Infiniti Research prevede che nei negozi del futuro ci saranno 3 elementi fondamentali: l’intelligenza artificiale a supporto delle decisioni di acquisti, un esperienza personalizzata per ogni cliente e robot che effettueranno automaticamente il ri-assortimento delle merci.
Strumenti ormai inadeguati
Mi diverte mettere in relazione queste due ricerche con gli strumenti di cui i nostri retailers si stanno dotando: il registratore telematico.
Mi diverte ancora di più mettere il registratore telematico accanto al classico sito che ti consente di fare la fattura elettronica a 1€: ho risolto un problema immediato, ma mi sono fermato a guardare l’albero senza nemmeno accorgermi di essere in una foresta.
La stessa foresta che mi inghiottirà inesorabilmente quando qualcuno deciderà di dare applicazione alla riformata norma sulla crisi di impresa o quando il retailer online di turno (leggi Amazon) farà le consegne in giornata anche nella mia città.
La competizione (e le norme) impongono un cambio di passo deciso a tutti, inclusi i retailers.
Nuovi strumenti, più cultura d’impresa
I moderni strumenti gestionali in cloud sono in grado di interfacciarsi con le stampanti fiscali telematiche (finché non se ne capirà la scarsa utilità), con SDI e le fatture elettroniche, con l’e-procurement delle grandi aziende fornitrici (Peppol), con i conti correnti bancari (grazie EU per la PSD2!) e, soprattutto, con i clienti attraverso i loro smartphone.
Si crea così un sistema integrato in grado di dare al cliente quella esperienza personalizzata che deve contraddistinguere un negozio fisico da uno online e di presentare cruscotti di gestione e controllo che mettano in seria e scientificamente rigorosa relazione tutti i dati.
Sviluppiamo questi sistemi anche perché vogliamo diffondere e beneficiare commercialmente (non mi pare scandaloso…) una cultura di impresa che in Italia fa troppa fatica ad imporsi.
I nostri sistemi di gestione e pianificazione aziendale oltre ad assicurare una piena digital compliance (mettono al sicuro e certificano i dati ed i documenti che vengono gestiti), sono già oggi in gradi di elaborare i dati quantitativi prodotti dall’impresa nel quotidiano ciclo di vendita ed acquisto, costruendo cruscotti di analisi utili all’imprenditore ed ai suoi consulenti.
Più cloud, meno costi
Ciò che poi rende davvero unici questa nuova classe di strumenti gestionali è l’approccio di massa.
Grazie ad applicazioni cloud centralizzate ed utilizzate da centinaia di migliaia di utenti, si abbattono drammaticamente le barriere di ingresso (leggi costi licenze, manutenzione, hardware, formazione, ecc.). In questo modo anche le imprese più piccole possano beneficiare di funzionalità ed automazioni che 3 anni fa, solo le grandi aziende potevano permettersi. Non occorre discutere oltre di questo, i risultati che abbiamo portato negli ultimi 10 mesi ai nostri clienti sono una prova inconfutabile.
Non servono (più) risorse dedicate
Mentre l’impresa “gira” normalmente, mentre si ricevono e spediscono merci, mentre si acquista e si vende, mentre si digita uno scontrino, il sistema cattura ed elabora tutti i dati di processo e quantitativi disponibili, senza alcun intervento umano.
Vuoi sapere quanto pagherai di IVA? Il sistema te lo dirà cona approssimazione inferiore al 5%, stessa cosa per le imposte. Vuoi avere un outlook sulla tua cassa nei prossimi 6 mesi? Il sistema ti presenterà un cashflow chiaro ed intellegibile a chiunque. Ed i dati commerciali? Quanti clienti hai perso? Quanti ne hai acquisiti? Quanto sono soddisfatti i tuoi clienti del tuo prodotto o servizio? Sei una azienda che innova? Anche queste sono informazioni che la nostra piattaforma è in grado di fornire senza nessun intervento umano.
Cito un amico e collega imprenditore (che poi si taggherà, se vuole): “l’imprenditore guida una macchina socialmente pericolosa che è la sua impresa, così come è giusto fare il tagliando e la revisione alla nostra auto, è giusto operare per mettere in sicurezza anche la nostra impresa che è in grado di fare molti più danni a noi e agli altri rispetto alla nostra auto”.
Non sarei mai riuscito ad essere più chiaro ed efficace di lui.
Gli strumenti al passo con i tempi esistono, usiamoli
Il momento del cambio passo è questo.
Ancora una volta: cerchiamo di non vedere il corrispettivo telematico come un adempimento, consideriamolo piuttosto nel percorso di digitalizzazione del rapporto con il fisco in cui è stato inserito e prendiamone i benefici utilizzando gli strumenti più corretti.
Siamo nel 2020, è l’informatica, bellezza!